
The Rave Of Mind – Primo Passo
“Proprio per essere fenomeni controculturali, staccati dal potere ufficiale e ad esso avversi, i rave sono sempre stati osteggiati dalle autorità nella loro diffusione, soprattutto nel corso degli anni 90, quando il movimento aveva già raggiunto dimensioni considerevoli e fondamenta solide su cui svilupparsi ulteriormente…Un free party è un incubo: senza profitto, senza spettatori passivi con cervelli atrofizzati da comandare, senza rispetto per la proprietà e il capitale.
I governi tramite queste repressioni mostrano di essere spaventati dal potere dei rave, e tentano di limitarlo prima che si sviluppi in direzioni sconosciute. Ecco perchè intere aree di anticonformismo vengono criminalizzate.”
Un piccolo scritto trovato in rete che mi è piaciuto molto, rappresenta bene il movimento.
“Il nostro stato emotivo l’estasi.
Il nostro nutrimento l’amore.
La nostra dipendenza la tecnologia.
La nostra religione la musica.
La nostra moneta la conoscenza.
La nostra politica nessuna.
La nostra società un’utopia che sappiamo non sarà mai.
Potete odiarci. Potete ignorarci. Potete non capirci.
Potete essere inconsapevoli della nostra esistenza.
Possiamo solo sperare che non ci giudichiate, perchè noi non vi giudicheremo mai.
Non siamo criminali. Non siamo disillusi. Non siamo dipendenti dalla droga.
Non siamo dei bambini inconsapevoli.
Noi siamo un villaggio tribale, globale, di massa, che non dipende dalla legge fatta dall’uomo, dallo spazio e dal tempo stesso. Noi siamo un’unità. L’unità.
Noi siamo stati plasmati dal suono.
Da molto lontano, il temporalesco, eccheggiante e smorzato battito era simile a quello del cuore di una madre che tranquillizza un bambino nel suo ventre di acciaio, calcestruzzo e fili elettrici.
Noi siamo stati allevati in questo ventre, e qui, nel calore, nell’umidità e nell’oscurità di esso, siamo giunti ad accettare che siamo tutti uguali.
Non solo per l’oscurità e per noi stessi, ma per la vera musica che batte dentro di noi e passa attraverso le nostre anime: siamo tutti uguali.
E attorno ai 35Hz possiamo sentire la mano di un dio sul nostro dorso, che ci spinge avanti, ci spinge a spingere noi stessi, a rinforzare il nostro pensiero, il nostro corpo e il nostro spirito.
Ci spinge a girarci verso la persona vicino a noi per stringerle le mani e sollevarle, condividendo la gioia incontrollabile che proviamo creando questo magico cerchio che può, almeno per una notte, proteggerci dagli orrori, dalle atrocità e dall’inquinamento del mondo che sta là fuori.
E’ in questo preciso momento, con queste percezioni iniziali che ognuno di noi è realmente venuto al mondo.
Continuiamo ad ammassare i nostri corpi nei clubs, nei depositi e negli edifici che voi avete abbandonato e lasciato senza alcuna ragione, e gli riportiamo vita per una notte.
Una vita forte, deflagrante, che pulsa, nella sua più pura, più intensa, nella più edonistica forma.
In questi spazi improvvisati, noi cerchiamo di liberarci dal peso dell’incertezza di un futuro che voi non siete stati capaci di stabilizzare e assicurarci.
Noi cerchiamo di abbandonare le nostre inibizioni, e liberarci dalle manette e dalle restrizioni che avete messo in noi per la pace del vostro pensiero.
Noi cerchiamo di riscrivere il programma che avete cercato di indottrinarci sin dal momento in cui siamo nati.
Programma che dice di odiarci, di giudicarci, di rifugiarci nella più vicina e conveniente tana.
Programma che dice persino di salire le scale per voi, saltare attraverso i cerchi e correre attraverso labirinti su ruote per criceti.
Programma che ci dice di cibarci dal brillante cucchiaio d’argento col quale tentate di nutrirci, anzichè lasciare che ci nutriamo da soli, con le nostre stesse mani capaci.
Programma che ci dice di chiudere le nostre menti, invece di aprirle.
Fino a quando il sole sorgerà per bruciare i nostri occhi rivelando la realtà del mondo che avete creato per noi, noi balleremo fieramente con i nostri fratelli e sorelle, celebrando la nostra vita, la nostra cultura, e i valori in cui più crediamo: pace, amore, libertà, tolleranza, unità, armonia, espressione, responsabilità e rispetto.
Il nostro nemico l’ignoranza. La nostra arma l’informazione.
Il nostro crimine violare e sfidare qualsiasi legge che voi sentite aver bisogno di utilizzare per porre fine all’atto di celebrare la nostra esistenza. Ma ricordate che mentre potete fermare un qualsiasi party, in una qualsiasi notte, in una qualsiasi città, in una qualsiasi nazione o continente di questo magnifico pianeta, non riuscirete mai a spegnere il party intero.
Non avete accesso a questo interruttore, non importa quello che pensate.
La musica non si fermerà mai. Il battito del cuore non si spegnerà mai. Il party non finirà mai. Sono un raver, e questo è il mio manifesto.”
Può sembrare provocatorio, certi aspetti andrebbero approfonditi per essere compresi nel loro significato più profondo.
Molti percepiscono la tekno come un fastidioso rumore, molti faticano addirittura a chiamarla musica e approfondirò questa sfumatura più avanti, ma non importa come viene definita, per me è stata molto di più, non è qualcosa che si può etichettare e non è possibile capire davvero cosa intendo ascoltandola da uno smartphone, serve un buon impianto.
Ho cercato un compromesso con questo pezzo e spero possa essere leggermente afferrato anche da chi non ama il genere.
Non abbiate timore ad alzare il volume!
