Musica

Bring Me The Horizon – Il potere terapeutico dei live…

I live per qualcuno potrebbero rappresentare un capriccio, un modo per accrescere l’ego, un businness, o qualsiasi altra cosa, potrebbero essere considerati semplicemente superflui. Potrebbero.

Per me, i live sono essenzialmente e fondamentalmente terapeutici.

La condivisione di certi stati d’animo, espressi attraverso la musica, ti mette in connessione.
Prima con delle parti di te, poi con gli altri.
Questo succede quando sei in auto, mentre fai le pulizie o prepari il pranzo, sul divano con una birra in mano dopo una giornata estenuante, sotto la doccia, quando scivoli lentamente tra le braccia di Morfeo, quando piangi, fumi o ridi. Quando vivi.

Provo queste sensazioni con la loro arte, succede a distanza e continuamente.
Nei live tutto è semplicemente amplificato, alla massima intensità, ci si fonde e al tempo stesso i contorni sono così vividi, è paradossale e mai del tutto descrivibile a parole.
Si passa il tempo dell’attesa fianco a fianco, ci si entusiasma allo stesso modo quando finalmente si spengono le luci a pochi secondi dall’inizio, ci si fa travolgere insieme dalla forza della musica e si sincronizzano i battiti del cuore.
L’energia è palpabile e condividere le transenne è un’esperienza di unione, spalla a spalla.
Lo prova la sinergia che si manifesta in piccoli gesti di solidarietà, una sigaretta offerta, dell’acqua o una stecca di liquirizia per un calo di pressione.
Quando tutto finisce ti ritrovi a dare e ricevere abbracci, anche sconosciuti, ma di una naturalezza e un’autenticità spiazzanti.

I-Days 2024
Qualche mio scatto traballante del palco e durante l’attesa, attaccati alle transenne nel caldo torrido di luglio, l’idrante una manna dal cielo =)
Dal web, una bellissima foto del parterre 💜

Ho scoperto i BMTH così, con Shadow Moses, e sono rimasta irrimediabilmente folgorata.
Le loro canzoni mi hanno accompagnata, sostenuta, fatta smarrire per poi farmi ritrovare casa, più forte.
Sono stata commossa ed entusiasmata dalla voce, scossa dai giri di batteria, pervasa dai brividi per la chitarra, con il basso che risuonava in profondità.
Mi hanno fatta sentire nel flusso, nell’esatto momento presente, mentre mi scioglievo dentro quelle note e vibravo alla stessa frequenza, come se non ci fosse più confine tra dentro e fuori, sopra o sotto, sfumano tutti i contorni ma si creano e ricreano nuove forme e col tempo, si definisce e ridefinisce l’identità.
La musica plasma.

Bologna Sonic Park – Arena Parco Nord 2019 Oli mentre canta Can you feel my heart?
La qualità delle foto è pessima, ma ho solo queste =)

Sempiternal è il mio album preferito, in pieno stile BMTH, ed è stato concepito volutamente così, senza collaborazioni, è stata una scelta quella di creare qualcosa che incarnasse solo la loro essenza, che li rappresentasse totalmente, che avesse vita eterna, uno scrigno di gemme destinate a brillare, appunto, imperituro.
E cazzo se ce l’hanno fatta. È un viaggio.

I BMTH sono un viaggio, un tortuoso, emozionante, vorticosamente caotico e bellissimo, viaggio.
Oscuro e luminoso al contempo.
Ti portano in giro, a spasso nell’anima, attraverso il loro percorso, puoi quasi scorgerne i processi. Attraversando in lungo e in largo le loro vie, intravedi e inizi a comprendere meglio le tue.

Non c’è bisogno di aggiungere alcuna parola a queste immagini

Tempo fa mi sono chiesta se le loro genuinità non fosse andata persa, rapita o corrotta da chissà quali falsi bagliori e abbaglianti promesse di nulla cosmico.

Autentica evoluzione artistica o spinte commerciali?
Nella mia testa si è staccata una valanga, di dubbi e domande, nate dalla paura delle delusioni, non perché li abbia in qualche modo idealizzati, non è il caso di erigere immutabili statue su piedistalli, ma per il semplice fatto che mi avrebbe rattristato tantissimo pensare a quella scintilla creativa chiusa in una gabbia.


Mi avrebbe proprio reso triste pensare alla loro fiamma imbrigliata da un’etichetta. Elucubrazioni.

Si tratta della cattiva abitudine chiamata rassegnazione, è l’equilibrio tra la sana accettazione dell’ineluttabile incertezza della vita e il rischio di abituarsi al bruttume dilagante, accogliendolo acriticamente.
Mi sono interrogata parecchio sulla loro evoluzione, ma sempre a livello mentale, la risposta è arrivata dalla pancia invece, dritta al cuore, e sono stati altri sensi a renderla così chiara e cristallina.
Un po’ come la loro musica, unita alla poesia che si sprigiona dal suono delle inconfondibili corde vocali di Oli. Arriva e basta.
È un linguaggio che va oltre l’ordinaria comprensione.

Questo video è spettacolare, fa arrivare tanto, in 4 minuti.
Tanto di quel che ho scritto in più di 6000 caratteri, che alla fine sono circa 4 minuti di lettura 😂

La forza di Empire è qualcosa di unico.
E il live con l’orchestra è imperdibile! Live at Royal Albert Hall

So scrivere solo riguardo a ciò che vivo realmente sulla mia pelle e queste poche righe vengono da lì, dal mio vissuto.
Quando rileggo mi sembra tutto eccessivo, come se potessi risultare ridondante a causa della mia emotività, ma riesco ad esprimermi solo in questo modo.
Quando traduco in lettere quel che sento ho il timore di risultare comprensibile solo a me stessa, quindi riporterò di seguito due considerazioni tratte da un paio di brevi articoli che sintetizzano bene ciò che vorrei passasse.

La magia della Musica sta nelle Nostre Emozioni

Il collegamento con l’immenso lavoro della Poli è lampante.

Sul canale di CgS, inserendo nella ricerca “#Poli” si trovano riassunte le citazioni per me più significative, tratte dal suo libro, per chi volesse approfondire.

L’impatto di un concerto sul benessere psicologico 

I benefici a livello fisico sarebbero riconducibili all’effetto positivo sull’intero sistema immunitario, mentre quelli a livello emotivo sono dovuti al potente senso di comunità e appartenenza.

Non sono solita leggere recensioni di album, preferisco godermeli senza condizionamenti, dalla mia prospettiva, perciò sono incappata solo ora in questo articolo del 2015, arrivato giusto giusto a conferma di quel che ho capito durante l’ultimo concerto.

L’ho capito dal sorriso di Oli mentre canta kool-aid (a 2 min. e 50 sec. nel video del post sul canale).
Il suo sguardo ha ancora quella luce, e la trasmette al suo sorriso, che brilla allo stesso modo.
Amore. Questo trasmette.

~Lely~

Musica

Bring Me The Horizon – Autentica evoluzione artistica o…

Bring Me The Horizon – Autentica evoluzione artistica o spinte commerciali?

Nuova collaborazione per i BMTH (band inglese attiva dal 2004), “Bad Life” con Sigrid, giovanissima cantante norvegese.
Non è l’unico improbabile accostamento nato ultimamente, “Bad Habits” con Ed Sheeran fa pensare al binomio fantastico di Gianni Rodari, non vale solo per vocaboli e storie da inventare, quanto più distanti e al primo sguardo inconciliabili possano sembrare due elementi, tanto più imprevedibili potrebbero rivelarsi le potenzialità espressive ancora latenti.

Proprio per la loro tendenza a sperimentare, per il loro essere in continuo divenire, sarebbe alquanto complicato strutturare le riflessioni sullo stile dei BMTH appoggiandosi ai sottogeneri musicali. Cosa ancor più importante, non avrebbe senso disquisire sull’infinità di etichette predefinite nelle quali ci si deve infilare a tutti i costi e dalle quali si tenta poi di evadere in cerca di una forzata originalità.

Parliamo quindi senza tecnicismi, abbandonando i compartimenti stagni delle deviazioni musicali senza crearne di nuovi, parliamo semplicemente di sonorità, di vibrazioni.
Parliamo di autenticità in ogni sua forma, la cerchiamo.
Metalcore, Alternative Rock, Avant-garde? A chi interessa?

Non è un crimine avere un’opinione indipendentemente dalla categoria più seguita, spaziare tra i generi e apprezzarne molti, in base allo stato emotivo nel quale ci si trova per esempio.
Dolcevita (nonostante resti nei confini reggae e hip hop quando tratta artisti specifici) aveva scritto qualcosa al riguardo, trovo interessante questo articolo uscito tempo fa, in particolare la sua conclusione.
Certo, scream e growl sono molto graditi, una lirica intensa viene percepita come espressione ultima dell’anima e un bel giro di batteria può dare i brividi ma in definitiva, è tutto piuttosto personale.

Elettronica, melodia. Vanno bene entrambe! Perchè focalizzarsi e non uscire mai dai binari?
Denigrare qualsiasi scostamento e giudicare dalle apparenze cercando di imporre la propria visione, spesso senza apertura e senza conoscere, è un fenomeno lampante di questi tempi, così anche nella musica.
Camminiamo quindi in un campo minato rischiando l’ira dei puristi con queste affermazioni ma, a chi interessa?

Oliver Sykes è indubbiamente cambiato, dall’uscita di “Amo” (sesto album in studio), sembra voler indossare i panni di un vero frontman: eccentrico e teatrale.
Non possiamo però sapere cosa stia realmente accadendo dentro la sua testa, è ancora lì da qualche parte il ragazzo tormentato che riversa nei testi il suo dolore?
Svuotando i polmoni durante i live fino all’ultimo soffio d’ossigeno, in simbiosi con chi sente e vive profondamente quelle note, quelle sillabe e quelle sensazioni, sopra e sottopalco, senza distinzione.

La passione che vibra con le corde vocali, quelle di tutti.
Questo era Oli, questo erano i BMTH.
Ora? Chissà!

Il brano con Machine Gun Kelly, tenendo conto anche del vecchio dissing con Eminem, fa riflettere sulle possibili strategie di marketing utilizzate dagli artisti per darsi visibilità a vicenda, sulla manipolazione mediatica e sui modi di porsi che sembrano essere imposti causa la direzione a senso unico imboccata da questa società folle.
Diventa complicato discernere le scelte aziendali dalla vera essenza di ognuno, considerando anche le varie contaminazioni e le influenze genuine che possono derivare dalle unioni di ricerca sperimentale.
Crescere e cambiare sono due verbi intrinsecamente legati tra loro, nell’arte come nella vita, in generale.
Il processo è inevitabile e implica dei passaggi, sarebbe preoccupante non riscontrare alcun mutamento, ci troveremmo nell’immobilità, nella stasi.
Ci stiamo solo chiedendo in quali casi sia un percorso naturale e in quali indotto.
In ogni caso, stiamo a vedere sperando che quei corpi estranei, i granelli di sabbia depositati nei loro cuori durante il viaggio, si trasformino nelle perle che stanno cercando.
Illuminanti e uniche, come le gemme che continueranno a risplendere in “That’s the spirit” e in “Sempiternal”, miglior album di sempre, comunque vada.

Mai si disperderà la travolgente energia di “Shadow Moses”.

Oliver Sykes Fonte foto
~Lely~