Equilibrio e Direzione. Tra Contenuto e Forma.
Amo leggere, che si tratti di libri, canzoni, articoli o semplici scleri improvvisi.
Per me leggere è un po’ come sbirciare, o irrompere (a seconda dello stile) nell’universo interiore della persona che scrive, svuotando il contenuto della testa nero su bianco, traducendo il linguaggio del cuore in lettere.
Amo i grovigli di parole in tutte le loro forme, la melodia in continuo divenire che si ricrea cambiando continuamente l’ordine dei termini in cerca dell’armonia logaritmica, la sensazione intensa di conclusione che mi pervade quando trovo la sequenza perfetta, giocando con la punteggiatura che scandisce il tempo.
Le metafore mi affascinano.
Scrivo, leggo, rileggo…ed eccola!
La combinazione di sillabe che ti risuona dentro, sinuosa come una spirale aurea…balsamo per la vista, vorrei tatuarmela!
Magari accanto al verso di “Cose Preziose” che ho scelto quando la mia nonna è morta, per portarmi sempre appresso un pezzetto di lei, di noi. Ecco un’altra fissa che ho, marchiare indelebili vissuti sulla pelle.
Per questo sentivo fosse necessario un omaggio a Kaos, che incarna la ragione del mio avvicinamento al rap, quindi ho fissato con l’inchiostro una sua rima, già incisa nel mio cuore da tempo e fonte di lancinanti e dolorose risignificazioni dopo la perdita subita.
“Saprò sentire la tua voce anche se tace
Sarò capace di inoltrarmi in posti senza luce” =)
Sono allergica alle ripetizioni, anche se le trovo utili nei punti giusti, in particolare quando danno forza ai concetti, cerco di scovare un dono ovunque e in questo caso sono grata alla mia forte intolleranza, perchè mi sprona a scavare, mi aiuta ad interiorizzare sempre nuovi modi per esprimere quel che ho in mente.
Citando un passaggio tra i tanti che mi hanno fatto innamorare del rap…
“E cambio mille volte e mille volte ancora intreccio…” =P
Mi piace scrivere, mi perdo…o forse ri-trovo me stessa nei flussi di pensiero.
Credo di essere indicibilmente lenta ma, senza volermi in alcun modo paragonare a lui, do una pacca di consolazione alla mia autostima a volte precaria, pensando che pure Kaos fa passare anni tra un album e l’altro… =D
Cerco anche attenuanti nella mia condizione di mamma e nei turni di lavoro pesanti, pur essendo convinta del fatto che se davvero credi in qualcosa, una via la trovi sempre…quindi eccomi qui, a scrivere.
La maggior parte delle mie energie le brucio con i bimbi perchè abbiamo costituito un’associazione di famiglie impegnate nella creazione di una comunità educante che si sta formando in campo pedagogico per sostenere e accompagnare i propri figli nei loro percorsi di apprendimento fuori dalle istituzioni.
Nonostante la consapevolezza di poter scrivere saltuariamente, mi piacerebbe condividere la mia passione, anche quella per il rap, con chi sente e comprende sul serio la forza che può sprigionare.
Tento di portare in superficie quello che suscita in me la vita e la musica mi aiuta in questo, trattandosi di un canale molto potente.
Scrivo principalmnte quel che sento, scrivo di ciò che ritengo importante.
Perchè?
Me lo sono chiesta parecchie volte, ancora me lo domando e non penso di aver trovato una risposta definitiva, granitica.
Per far luce su angoli bui forse, per condividere un punto di vista, la mia percezione, per contribuire con il mio piccolo tassello a quel disegno immenso e complesso che è la rappresentazione della realtà, tanto tangibile quanto soggettiva.
Sarà per questo che mi piace fare le tre del mattino sui puzzles, mi emoziona vedere le immagini che si delineano lentamente sotto le dita, rendermi conto di quanto può essere destabilizzante e allo stesso tempo indispensabile cambiare prospettiva, osservare attraverso gli occhi di chi si trova al lato opposto del tavolo, perchè nota particolari ai quali tu non fai caso, perchè da quell’angolazione è tutto diverso.
Se prendiamo in esame le visioni del mondo, può essere davvero arricchente tendere ad un atteggiamento simile e sono convinta che potrebbe aiutarci a vivere meglio, con più aperture e meno giudizi.
Pezzo dopo pezzo, emerge il quadro d’insieme che riempie gli occhi di significato…ed è bellissimo!
Il denominatore comune sta appunto nella comunicazione, che lega e da senso al tutto.
Per me il rap è questo, è la sublimazione di quel che mi anima, collocandosi al crocevia delle mie attitudini, che si intersecano in questo genere.
Ci ho messo un sacco di tempo per capire cosa fare dell’articolo sull’ultimo album di Kaos: “Chiodi”, l’ho concluso definitivamente il 13 giugno, giorno antecedente l’uscita, ma è rimasto nascosto nel limbo delle mie confusioni finora.
Ho sorriso quando mi sono imbattuta in “Outsider”, una delle tracce, perchè proprio così avevo definito Kaos =)
Vedo le sincronicità come fossero cartelli stradali, indicano la via.
Mi sembra di aver scritto in maniera più distaccata e impersonale rispetto al solito, ed è così in effetti.
Nonostante ciò, mi rendo conto di essere ancora lontana dal classico stile giornalistico che per definizione informa e fa arrivare i concetti un po’ a tutti, mirando ad un’ampia fetta di pubblico.
Tornando alle motivazioni che muovono, in riferimento all’intersoggettività che ci lega tutti, so bene quali sono per me i messaggi importanti da trasmettere, dovrei solo capire a chi ho intenzione di rivolgermi e come, perchè a volte ho il timore di risultare comprensibile solo a me stessa.
Spesso mi viene questo dubbio, poi penso ai tecnicismi dei Triflusso, a certe “bestie sacre” (cit. M3R =P ), in particolare alla quantità di ascolti necessari per afferrare ogni singola rima…e mi consolo!
Mi dico che va bene così, che troverò l’equilibrio tra contenuto e forma continuando nella stessa direzione.
Mi dico che i semi germoglieranno esattamente dove devono.
Anche se ancora fumoso, l’interrogativo sta qui intorno, e sto sperimentando.
Visto il livello d’attenzione medio cerco di stare nei 4000 caratteri/2 minuti di lettura, ma se mi lascio trasportare senza regole arrivo ai 6000 e oltre senza accorgermi, mi risulta difficile rimanere in recinti del genere ma comprendo sia funzionale in alcuni casi e ci provo, perchè credo sia utile per migliorare e mi aiuta a lavorare sulla sintesi.
Ho cercato di capire se posso scrivere così senza snaturarmi, di capire se il testo in tal modo condensato mi rappresenta.
Il discorso è più complesso se parliamo della tipologia di scrittura, non so se riuscirò mai a scrivere diversamente e sopratutto non sono sicura di volerlo fare.
Tutto in divenire!
E niente… “Questa è la fine!”
Che porta sempre con sè un nuovo inizio!