16 BARRE feat. MEZZOSANGUE – Kaspar Hauser
Per le info sugli artisti rimando agli articoli usciti in precedenza: 16 Barre e Mezzosangue.
Benni apre la prima srtrofa evocando un’immagine relativa al tempo.
Sembra voler dar voce a Kaspar Hauser, ricordando la sua prigionia, identificando l’amore come polvere per terra in un penitenziario pare quasi volerci mettere in guardia su qualcosa, scrivendo sotto il ferro di una grata dal centro di Norimberga, dove fu incarcerato. Il sogno di benessere che offre un bagno caldo in un calidario può, in un attimo, facilmente trasformarsi in un calvario. Potrebbe essere questo il suo messaggio? Ci troviamo in un illusorio e fuggente attimo di pace che si regge precario sui vapori inconsistenti di una vasca termale? Seguono rime criptiche che possono far riferimento alla parte oscura, di sè, del vivere terreno.
Nel ritornello John Princekin identifica le loro voci con quelle degli scribi.
Messaggeri dai corpi marchiati, dagli occhi sbarrati, sottolineando lo stato di consapevolezza nel quale si trovano.
Altra possibile similitudine che secondo me si può cogliere in questo senso tra il fanciullo d’Europa e i nostri ambasciatori è questa: “il contatto col mondo gli era quasi insopportabile, i suoi sensi così acuti lo mettono a dura prova e se non fosse per la sua eccezionale tempra si sarebbe irrimediabilmente perso, psichicamente”.
John Princekin apre la seconda strofa lanciando sassolini contro l’Opportunity Rover (detto anche Mars Rover, veicolo a motore che viaggia sulla superficie del corpo celeste) e sventola i 3 biglietti di sola andata per la metro dell’Einstein-Rosen (teoria fisica riguardante un cunicolo spazio-temporale, detto anche galleria gravitazionale, un buco nello spazio-tempo einsteiniano che permetterebbe a chi lo attraversa di viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce da un punto all’altro dell’universo, consentirebbe anche di viaggiare nel tempo).
“Ho creduto che parlarsi potesse servire
A salvarsi dal morire dentro prima di sparire” è pura poesia.
Come si interpreta il sublime? Ci vedo tutte le speranze che ha riposto nella sua musica, nel voler lanciare un messaggio, nel voler parlare, oltre che a se stesso, anche all’anima delle persone pure, per non “morire dentro” prima di dissolversi e sparire. Per lasciare un segno? Un’eredità? Oppure perchè le parole in fin dei conti servono a poco?
Prosegue con un riferimento alla battaglia di Blood River (Sudafrica. Le truppe Zulu combattono per la propria terra, vogliono impedire l’insediamento dei coloni Boeri.)
Il fiume si tinse di rosso, il sangue degli autoctoni, l’acqua che turbina nel cuore di Princekin è torbida proprio come quella del Blood River, il fatto che giri lungo un’orbita di un’altra fine fa pensare ad un periodo di transizione, ad un cambiamento, soprattutto perchè prosegue dicendo che servirebbe più sorriso.
Una denuncia contro il colonialismo in generale o la semplice descrizione di uno stato d’animo? Entrambe le cose? Seguono altre rime a tema esoterico forse riferite a Lord Stanhope? Massone aristocratico nemico di Kaspar.
Conclude facendo una riflessione sul mondo moderno, totalmente inquadrato dalla matematica, partendo dai numeri dell’IBAN (chiaro riferimento all’importanza attribuita ai soldi) lungo la retta di Riemann (funzione matematica) fino ad incontrare un “punto fuori posizione”, qualcosa che non si può quantificare, qualcosa che non si può spiegare con i freddi numeri, con la scienza, che arrivata a questo punto della retta, nega qualsiasi fenomeno per il quale non esistano ancora spiegazioni logiche, razionali o replicabili, pur di non vedere la sua equazione andare in frantumi.
Arriviamo all’ultima strofa di Mezzosangue, apre con una citazione dal Vangelo di Giovanni che può essere vista come una critica verso la Chiesa ma anche come un omaggio a quello che dovrebbe essere il vero significato della fede, quella più pura e genuina, quella del principio appunto, non ancora contaminata e strumentalizzata dagli uomini che hanno sempre utilizzato la religione come forma di controllo.
Significativo al riguardo questo particolare della storia: “Nonostante la sua immensa bontà, Hauser non aveva fede, è l’esempio del fatto che l’idea di Dio non è innata nell’uomo, ma gli viene dall’esterno, sia attraverso l’osservazione della natura, sia attraverso l’istruzione o l’esempio.”
Un riferimento e un omaggio anche all’innocenza di Kaspar Hauser, essere libero dalla corruzione del sistema?
Torna l’imposizione dei numeri, come dittatori che schiavizzano il nostro presente e diventano moneta per comprare opportunità. Numeri che possono essere identificati nei soldi ma anche nelle visualizzazioni per esempio, puntando tutto sulla quantità, sulla massa, quei numeri permettono di arrivare “in alto”.
Mezzo rifiuta di “stare sul pezzo” in questo senso perchè non è interessato a certe vette, artificiose e fittizie. Per questo esce con una delle sue perle, versi che contraddistinguono la sua sconfinata, semplice e disarmante genialità:
“Mo che tutti parlano del rap è il rap a stare zitto” criticando la scena hip hop, ormai satura di pagliacci e finti gangsta che seguono solo la moda e hanno perso il vero significato che sta alle origini di questo genere.
Continua criticando la società che ha messo radici profonde dentro la parte più oscura delle persone, si nutre di questi disvalori e allo stesso tempo li alimenta, in un circolo vizioso senza fine. Identifica negli USA le origini di questa società, che marchia gli uomini, li “porta al pascolo” come un gregge e mira ad averli tutti buoni ed obbedienti, tutti a seguire il pastore.
A questo punto elenca i numeri della successione di Fibonacci (o successione aurea) e si diramano vie d’infinite interpretazioni. Può voler paragonare chi si sottomette a tutto ciò, ai conigli nell’esperimento di Leonardo Fibonacci quando afferma:
“A te interessano i tuoi simili, non superi gli zero”.
Non sei disposto nemmeno ad ascoltare chi la pensa diversamente da te e quindi diverso dai tuoi simili, non superi gli zero può riferirsi ad una concetto strettamente valutativo dell’essere umano visto come specie.
Potrebbe essere visto come una sorta di chiusura mentale perchè non superi lo zero, non scopri cosa c’è oltre.
Gli zero potrebbero essere quelli dei conti in banca, quindi sei talmente materialista che non vai oltre, non superi quel tipo di attaccamento venale.
L’utopia di Mezzo?
“Spezzerei le gambe ad ogni vossignoria di ogni gerarchia”
Non credo che questa rima abbia bisogno di spiegazioni, la trascrivo e sottolineo perchè riassume in una riga parte del suo pensiero e credo possa essere condiviso da molti. Non è anche la nostra utopia in fin dei conti?
Chiude il cerchio tornando sulla spiritualità, fornendoci la sua visione:
“Sto nell’uno con coscienza”.
In sostanza: “quale messa?”.
Possiamo starcene benissimo a casa se vogliamo guardarci dentro, parlare con la parte più profonda di noi stessi, non c’è alcun bisogno delle celebrazioni per sentirsi parte di qualcosa, per essere collegati all’universo intero, al tutto, che in definitiva siamo noi, ognuno di noi.
Alla fine del viaggio all’interno di queste menti che si sono elevate oltre ogni confine, lascio libera interpretazione, scevra da condizionamenti, all’ultima rima.
Ricordando sempre che “malgrado le terribili prove cui fu sottoposto, Kaspar Hauser conservò la fiducia negli uomini; colmo di bontà, egli accettò il suo destino, perdonando chi gli aveva fatto tanto male. Egli ha così trasformato in una vittoria dello spirito la sconfitta sul piano esteriore, ha trasformato il male in bene.”
Buonanotte dai discendenti di Kaspar Hauser. Al prossimo tuffo nell’inestimabile e poetica emozione che le rima ci dona.
Alla prossima analisi su CGS